San Francisco richiama la Silicon Valley che parte dalla sua baia meridionale ed invade il mondo

Nel presentare “On the road,” il libro di oggi, libro che diede via libera alla ‘beat generation’, mi sento per generazione coinvolto e richiamo sempre quella straordinaria città americana che fu individuata negli anni 60/70 come capitale culturale americana.

Il romanzo di oggi è un cult generazionale, la voglia di viaggiare senza meta, la scoperta del mondo, quel modo di essere che portò a cambiare il punto vista, il punto di osservazion del pianeta, la natura, far crescere la coscienza ecologista, unificare le mode ed i modi di pensare…una rivoluzione.

Jack Kerouac, l’autore che scrive una prosa spontanea, come disse lui stesso, è una meteora nella storia della cultura americana, dal 1922 al 1969, muore alle soglie delle rivoluzioni degli studenti, ma da lo spunto a Bob Dylan, scrive dei suoi viaggi giovanili nel suo capolavoro ed è uno dei maggiori e più importanti scrittori americani.

Jack scrisse questo libro all’età di 29 anni, dal 2 al 22 aprile 1951.

La storia è costruita sotto forma di episodi, ambientata alla fine degli anni 40 e descrive i giovani del movimento culturale della Beat Generation, in viaggio su tutto il vasto territorio americano.

Come dice Fernanda Pivano nell’introduzione: ” La ricerca disperata di un nuovo valore morale, di una nuova ragione del mondo, di una nuova spiegazione della vita” .

Secondo me è anche una sorta di manifesto di giovani che imparano a crescere, una lezione di vita vissuta.

Ci sono elementi che in qualche modo restano dffusi ancora oggi e se volete proprio indotti da On the road e spiegano più di ogni altra cosa, quel giovanile attaccamento alle trasgressioni, all’uso dell’alcol, al guidare a forte velecità, quel delirio onnipotente che brucia la voglia di vita, le eccitanti avventure, le mille esperienze della strada.

Sal è uno studente cresciuto nell’Est che ha aspirazioni letterarie e conosce Dean Moriarty a New York. Viaggio in autostop e in autobus da New York a Chicago, a Denver, a San Francisco, a Sabinal (oggi Selma), a Pittsburg, a New York e di nuovo a Paterson, dal luglio 1947 alla fine di ottobre dello stesso anno.

E cosi via per altri viaggi, con altri personaggi, Dean Moriarty, uscito da un riformatorio, un altro vagabondo e poi c’è il brivido del sesso, della musica jazz, delle accese discussioni con gli amici, sotto l’effetto dell’alcool e della benzedrina. Anni di nomadismo ed avventure raccolte e narrate da Jack.

Una scena dal film in copertina

Scrive in un post sulla rete una lettrice …. ” il libro è meraviglioso, ed è una storia che va letta, non vista”.

Questo giudizio per anticipare, suo malgrado, che a novembre 2012 escirà il film diWalter Salles con Kristen Stewart, Sam Riley e Garrett Hedlung.

Jack Kerouac On the road, un mito per i giovani americani del Vietnam, è anche un manifesto per quella giovanile innocenza che non vuole soffocare nel conformismo delle generazioni passate. Va letto cosi.

La Rete

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