Di Raffaele Gaggioli
A volte, ci sono elezioni di cui è impossibile prevedere con certezza i risultati. Altre volte, l’esito di un’elezione è così prevedibile ed inevitabile che nessuno rimane sorpreso quando le previsioni vengono confermate.
Le recenti elezioni amministrative inglesi sono un esempio del secondo caso. I sondaggisti e gli analisti politici avevano previsto per mesi una schiacciante sconfitta dei Tories, il partito conservatore attualmente al governo, al punto che la vera domanda era diventata quanto sarebbe stata grave la sconfitta elettorale.
Secondo i primi spogli, i Tories hanno subito la più grave sconfitta elettorale degli ultimi quarant’anni. Il Partito ha perso più della metà dei seggi dei consigli regionali, scendendo ben al di sotto della quota 500 (cifra usata nell’ambiente politico inglese per misurare la popolarità del governo in carica).
Il Partito Conservatore è stato penalizzato dalla difficile situazione economica inglese, dai numerosi tagli ai finanziamenti per la sanità pubblica e dall’impopolarità personale del Primo Ministro Rishi Sunak. Non solo molti cittadini inglesi incolpano le sue politiche economiche per il notevole aumento dei prezzi degli ultimi anni, ma lo hanno anche accusato di stare ignorando deliberatamente il problema.
L’impopolarità di Sunak è tale che molti politici conservatori hanno evitato qualsiasi riferimento a lui o al suo governo durante le loro campagne elettorali, presentandosi quasi come politici indipendenti più che membri di uno dei più antichi partiti inglesi.
Il Partito Tory ora teme che il deludente risultato delle elezioni si trasformerà in un completo disastro in vista di quelle governative dell’anno prossimo. L’impopolarità di Sunak e del suo governo sembra infatti destinata ad aumentare, specialmente a causa delle crescenti difficoltà economiche della popolazione inglese.
Sunak ha tempo fino al prossimo autunno per ribaltare in qualche modo la situazione. Per ora il Primo Ministro sembra puntare sulla difesa dei confini inglesi, approvando nuove leggi e riforme per semplificare e velocizzare la deportazione di immigrati illegali.
Tuttavia il Partito Conservatore potrebbe aver perso voti anche in questo campo per mano del Reform Party, partito di estrema destra che ha ottenuto circa il 17% dei voti grazie al sostegno di molti sostenitori della Brexit.
La vittoria del Partito Laborista inglese nelle prossime elezioni governative sembra quindi inevitabile, specialmente ora che ha recuperato molti seggi persi durante le scorse disastrose elezioni del 2019. Tuttavia anche la popolarità di questo partito è stata parzialmente compromessa dalle scelte politiche della sua leadership.
I Laboristi hanno vinto più di 170 seggi dei consigli regionali, un risultato al di sotto di alcune aspettative e sondaggi. Se le elezioni del 2025 fossero vinte con una simile percentuale, il margine di vittoria dei laboristi rispetto ai loro avversari politici sarebbe di pochissimi seggi.
Il futuro governo laborista rischia quindi di essere estremamente debole e di crollare di fronte alla minima difficoltà.
Se i Conservatori hanno perso elettori a causa delle loro politica economica, i Laboristi si trovano in una situazione simile a causa di quella estera. Molti membri della Sinistra e della comunità mussulmana inglese sembrano aver preferito votare per altri partiti, più favorevoli ad un cessate il fuoco in Gaza e alla fine del supporto militare per Israele rispetto al leader laborista Keir Starmer.
Quest’apparente debolezza del Partito Laborista in vista delle elezioni del 2025 potrebbe peggiorare le divisioni interne del movimento politico. Il ramo scozzese dei Laboristi ha infatti criticato più volte la neutralità di Starmer relativamente al conflitto in Gaza, appoggiando le varie richieste per una soluzione diplomatica del conflitto.
Starmer si trova quindi di fronte ad un bivio. Da un lato, spostare il partito più a sinistra e adottare posizioni filo-palestinesi potrebbe alienare la classe media moderata, il cui voto è stato fondamentale per le recenti vittorie laboriste.
Dall’altro lato, non fare nulla rischia di peggiorare la situazione e di diminuire ulteriormente il risicato vantaggio elettorale dei Laboristi sui Tory nel 2025. Anche se la situazione in Gaza si risolvesse da sola, molti elettori potrebbero non perdonare i Laboristi per non aver fatto nulla a sostegno della Palestina.
Sebbene una vittoria laborista nel 2025 sia apparentemente inevitabile, ci sono quindi numerosi fattori ed imprevisti che potrebbero compromettere questo risultato. È inoltre possibile che le elezioni del 2025 potrebbero veder emergere i Verdi inglesi e il Reform Party come nuove forze politiche, capaci di influenzare in modo significativo la politica dell’Inghilterra.
L’attesa per le prossime elezioni inglesi è ancora lunga e forse piena di sorprese.
Raffaele Gaggioli